giovedì 23 febbraio 2012

La mia vita è stata salvata dal rock'n'roll?

Avete certamente tutti presente la famosa frase di Wim Wenders, "la mia vita è stata salvata dal rock'n'roll".[1]
Bene, sono contento per lui.
Però certe volte mi chiedo se, per la maggior parte delle persone, la verità non stia esattamente all'opposto.
Come dice ad esempio questo simpatico blog, "la musica ha rovinato la mia vita".

Perchè per tutti quelli che non sono diventati nè rockstar nè registi, accidenti, forse sarebbe stato meglio diventare avvocati che perdere tempo per anni dietro a dischi e chitarre e riviste che parlavano di dischi e chitarre.[2]

E ci siamo anche divertiti, eh.
Però erano quasi tutte cazzate. Non importanti.
E mentre noi correvamo dietro a un sogno, gli altri diventavano avvocati e ingegneri e imprenditori.

Perchè a tornare indietro, per davvero: al di là delle solite frasi fatte (niente rimpianti, rifarei tutto da capo, etc.) magari dedicarmi un po' di più cose a che non mi interessavano ma che adesso mi avrebbero fatto avere una villa al mare e una in montagna e un po' più di tranquillità economica per me e per la mia famiglia, boh... non sono sicurissimo di cosa sceglierei adesso.


Note e links:
[1] La versione completa, riportata sul sito del regista, è questa:
"My life was saved by Rock'n Roll. Because it was this kind of music that, for the very first time in my life, gave me a feeling of identity, the feeling that I had a right to enjoy, to imagine, and to do something. Had it not been for Rock'n Roll, I might be a lawyer now."

[2] Io, per esempio, ho perso innumerevoli giornate a:
- smontare gli strumenti dalla sala prove, caricarli in macchina, rimontarli su un palco scalcagnato, fare il soundcheck, il concerto, prendere quando andava bene un rimborso spese o panino + birra (e qualche volta qualche applauso dal pubblico), smontare il tutto, rimetterlo in macchina e riportarlo in sala prove, arrivare a casa alle quattro di notte e andare a dormire con la prospettiva di alzarsi alle sette per andare a lavorare;

- fare il tour dei negozi di dischi: partendo dalla scuola dove insegnavo, Psycho, Supporti Fonografici, Discomane, Rossetti, Metropolis 2 e Metropolis 1, più le varie sedi del Libraccio.
Ma anche di strumenti musicali: ho dimenticato parecchi nomi, ma quello più comodo era Guitars & Keyboards a Cinisello, più tutti gli altri di Milano (come si chiamava quello alle Colonne di S. Lorenzo?) e Merula di Brà (spedizioni di gruppo con furgoncino Ford Transit) e quell'altro dalle parti di Seriate...
E anche i giri per le edicole, quante volte tornando a casa allungavo la strada fino alla Stazione Centrale, dove Rockerilla e Rumore arrivavano alla sera, e nelle altre edicole ci sarebbero stati solo la mattina dopo.
E poi il Mucchio Selvaggio, Velvet, Fare Musica, Strumenti Musicali, Euro Musician, e i libri che parlavano di musica, e...

- scrivere articoli per la fanzine, e fare foto per la fanzine, e disegni e interviste; e scegliere i pezzi per la cassetta allegata, e fare il mastering e la duplicazione delle cassette, e il mastering e la produzione dei dischi in vinile, e il bollino Siae, e la composizione con forbici e colla, e piega e rilega e imbusta e impacchetta, francobolli e vaglia e avanti e indietro dall'ufficio postale;

- e volendo, ancora adesso: scrivi i post per il blog, correggili, controlla, leggi i commenti e rispondi, incazzati con chi viene a rompere i coglioni solo per il gusto di farlo, e pensa al prossimo post, e...

[3] Nella foto c'è Lester Bangs. Che non c'entra niente con Wim Wenders, nè con l'essere salvati dal R'n'r, ma con il suo contrario forse sì.

7 commenti:

Alberto Casiraghi ha detto...

Bé, puoi sempre diventare imprenditore a 50 anni, non è mai troppo tardi.
Ma al di là degli scherzi, no, io non faccio cambio anche perché tutt'ora (e l'ho fatto negli ultimi dieci anni come critico fumettistico - che brutta espressione -)butto via il mio tempo più meno nelle cose che hai elencato tu. Invece, a poter tornare indietro, e giuro in quest'ultimo anno l'ho fatto più volte, soprattutto nel campo musicale imparerei dagli errori commessi e forse il mio presente mi darebbe più soddisfazione. Ci avrei messo molta più convinzione quando necessitava e probabilmente avrei fatto scelte diverse. Perché di errori ne ho commessi tanti. Ma altrimenti, dove sarebbe stato il divertimento?

Lucien ha detto...

E' divertente anche il sottotitolo del simpatico blog: "NOW I'D LIKE TO RUIN A BIT OF YOUR TIME."
Fortunatamente per tutto il periodo in cui ho suonato, non lavoravo e anche se non avessi suonato, a 20 anni con la testa che avevo, non mi sarei di certo dedicato a cose più "serie".
Poi dipende come uno le vive le passioni.
A me più che la musica, in quegli anni "difficili" mi hanno salvato l'educazione che ho ricevuto e le amicizie giuste al momento giusto.

Resto In Ascolto ha detto...

forse non mi ha salvato la vita, ma molte volte non mi ha lasciato sprofondare.

allelimo ha detto...

Io, di massima e di solito, sono d'accordo con voi: e infatti continuo a buttare via il tempo con la musica, o più in generale con cose che non hanno nessun ritorno economico.
Mi fosse mai piaciuta davvero una cosa che mi avesse fatto guadagnare dei soldi invece di cose che me ne facevano spendere...
E'solo che certe volte (come oggi) ci penso, e mi vengono dei dubbi.
Come dice Alberto, se si potesse tornare indietro imparando dai propri errori, probabilmente farei scelte diverse: tante rigidezze "ideologiche", tipo l'assoluto rifiuto di qualsiasi compromesso riguardo alla musica, magari le ammorbidirei un pelino. E ci avrei messo anch'io molta più convinzione.

gianf ha detto...

Allelimmo: parole sante.

brazzz ha detto...

già parole sante..specie alla voce convinzione...

allelimo ha detto...

A proposito di avvocati: il ministro della Giustizia Paola Severino, di professione avvocato, ha dichiarato redditi per 7 milioni e rotti di euro nel 2010.
E il rock'n'roll ci avrebbe salvati dal terribile "rischio" di diventare avvocati? Boh...